29 aprile 2015

LIBRI - “La giusta distanza”

riccio e bambino

“Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.” Arthur Schopenhauer, Il dilemma del porcospino.

Come lascia intendere questo racconto/metafora del filosofo tedesco, ogni persona, sperimentandosi in una qualsiasi forma di relazione,  deve trovare la giusta posizione che le permetta di proteggersi /esporsi.  A maggior ragione il bambino adottato, in cui la paura di ferirsi può essere così forte da sovrastare il bisogno di calore/contatto, ha bisogno di tempo per conquistare quella sorta di “confine di contatto” in cui ha luogo l’incontro l’altro.

COVER LA GIUSTA DISTANZA  sitoMaria Rita Verdaro, psicoterapeuta e autrice del libro “La giusta distanza”  così presenta la sua opera:“I bambini hanno bisogno di tempo per fidarsi e stabilire la giusta distanza che, come nella parabola dei porcospini raccontata nel libro, permetta loro di stare abbastanza vicini per non avere freddo, ma non eccessivamente vicini, per non correre il rischio di pungersi. I bambini hanno bisogno di tempo per tornare a sorridere”.

“Si tratta di un libro gioco ad uso di famiglie e terapeuti  che si occupano di bambini adottati – afferma  Alberto Ruggieri, illustratore dell’opera - Il libro, dopo una panoramica con giochi sul riconoscimento delle differenti emozioni umane passa tra l'altro a spiegare il funzionamento del cervello (qui pubblico alcune pagine). Obiettivo dell'opera: aiutare i bambini a stabilire la giusta distanza fisica e psicologica nelle relazioni umane e parentali.”

“Quando l’autrice, Anna Rita Verardo, me lo ha inviato - scrive Monica Ravasi (Italiadozioni) - ho scoperto che era il libro che avrei voluto acquistare quando ho adottato mia figlia.Il mio angioletto è giunto nella nostra casa, dopo svariate peripezie, all’età di 12 mesi. Come tutte le mamme avrei voluto un album dove inserire le foto del nostro primo incontro. Dove mettere alcuni dati relativi a mia figlia e alla sua famiglia adottata, cioè noi. Nulla di tutto ciò era presente in commercio. Solo album per le mamme di pancia in cui poter inserire dall’ecografia alla storia del proprio bambino fino al primo compleanno.  Non mi sono persa d’animo e ho creato l’analogo, ma personalizzato. Questo, certo, ha favorito la fantasia e la collaborazione di mia figlia, ma quando ho ricevuto il libro di Anna Rita, ho pensato che finalmente qualcuno aveva colmato il buco esistente e non solo… Non voglio mi fraintendiate, infatti, perché questo libro non è un album in cui inserire la breve storia dei nostri figli del cuore. Sarebbe riduttivo pensarlo.Il libro parla ai genitori e ai bambini e apre dei canali di comunicazione rispetto a diverse importantissime tematiche che sono di sicuro supporto per i genitori e per i ragazzi. Ad esempio ci aiuta a parlare della rabbia dei nostri ragazzi, delle loro paure e di come affrontarle, di quando si sentono tristi e delle persone in cui ripongono fiducia”

Questo libro nasce per supportare e finanziare il Progetto Adotto promosso dal Centro FeelSafe (di cui la dottoressa A. Rita Ravasi è responsabile clinico).Il progetto Adotto si propone di offrire trattamenti terapeutici gratuiti per i bambini con traumi relazionali ospiti di case famiglia e strutture di accoglienza.

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