28 marzo 2015

ABBANDONATI O LASCIATI?


ADOZIONE E LUOGHI COMUNI: “ABBANDONATI O LASCIATI?”
Di Margarita Soledad Assettati – psicologa e psicoterapeuta

Se leggo o ascolto “esperti”, articoli, commenti, libri, o qualsiasi cosa che tratti l’argomento dell’adozione, viene menzionato, almeno una volta il termine abbandono e di seguito il “Trauma dell’abbandono”, da cui le inevitabili domande: Come si supera il trauma dell’abbandono? I bambini abbandonati e poi adottati riusciranno mai ad essere persone equilibrate? Come potranno essere felici sapendo e convivendo con il trauma e la ferita dell’abbandono? E così via…
Cosa significa “Abbandonare”?
Da un punto di vista etimologico abandomun è una parola difficile. Ai giorni nostri è comune il senso derivante dal francese antico del lasciare alla mercé di qualcuno. Altri scompongono la particella Ab-bandum che viene sostituito in tedesco arcaico con ab-handum  cioè togliersi qualcosa dalle mani: “lasciar andare”. Quest’ultima versione sembra essere coerente con la connotazione positiva che si dà a questa parola quando si dice “mi abbandono a te” ovvero “mi lascio andare a te”. Secondo Padre Alceste Piergiovanni, religioso e pioniere delle adozioni internazionali in Italia, questa parola si poteva scomporre in “ab-donare”, cioè: donare a qualcuno qualcosa. Infatti diceva, se “quel bambino è stato abbandonato”, e diamo una connotazione negativa a questo termine, è come dire “quel bambino non ha valore!”
Ma “Come può un bambino, o un ragazzo non avere valore?”
Infatti quando si parla di bambini abbandonati, l’uso di questa parola suona così fastidioso, a volte tanto dolorosa. Beh, capisco il fastidio o il dolore di essere definiti e quindi considerati come persone che non hanno valore!
Mi chiedo, dunque: “Come si può superare il trauma di sapere ed essere trattati come persone che non hanno valore? Quale persona può avere una vita felice ed equilibrata avendo questo marchio di fabbrica?”
Non hai valore. Quindi non sei nessuno. Forse sei una cosa. Ma di certo, non sei una persona!
Ma se sei una persona, un bambino o un ragazzo, e ti viene detto che sei una cosa senza valore, che non vale niente, come una gomma masticata e sei trattato come tale… probabilmente crescerai pensando che sei solo una gomma da masticare. Ti comporterai nello stesso modo di una gomma masticata, appiccicosa, fastidiosa e difficile da togliere!
Come si possono mettere insieme dei bambini con delle gomme masticate? Come si possono considerare delle persone umane, gomme masticate senza valore? Eppure, a me sembra che sia questo il messaggio che viene dato quando si parla di bambini e ragazzi Abbandonati.
E se invece diamo un nome diverso ma più autentico alle realtà che vedono madri che si separano dai figli, e altre mamme che sono pronte ad accoglierli e ad averne cura, come sarebbe?
Come suonerebbe la frase: “La donna che ti ha dato alla luce ti ha LASCIATO, donando il suo bene più prezioso, suo figlio. E noi abbiamo scelto di accoglierti”. Sembra una affermazione autentica, non vi pare?

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